Mi chiedo: l'opera pittorica di Laura Bovo è autentica astrazione, oppure realtà profetica di un eden che vive in lei e che si annuncia mediante una genesi cromatica permeata da misteriose e sublimate atmosferiche cosmiche? È linguaggio il suo dell'immaginario virtuale, o il frutto di una rigorosa, seppur inconscia, archiviazione di messaggi, captati e sedimentati nel tempo (emanazione anche della sua congeniale e culturale musicalità)? Certo è che la pittura della Bovo è suggestiva e contiene in se liturgie magiche e surreali. Una polifonia di sonorità ritmo - cromatiche in un itinerario enigmatico che incarna trame segniche in una osmosi tra l'evocazione e la rivelazione. La composizione sempre strutturata armonicamente, consentendo alla scenografia ambientale di spaziare fluttuando in un emozionante e mitico universo. A dominare l'opera è la "linea curva", in un fraseggio di striature che costituiscono piani, forme, spazi, accordi e accensioni di luci abbacinati, placate subito dopo da oculati contrappunti. Un vero trionfo del colore sulla forma, o per meglio dire, una forma costruita dal colore. Sequenze dinamiche quasi fossero un rito costante dedicato alla Dea Tersicore. Un'opera che coinvolge quasi ipnoticamente, calamitandoti in un mondo che non ti appartiene nel quotidiano, ma nel quale ti senti piacevolmente sedotto dalla malia dei suoni cromatici e dalle voluttuose spire compositive. Non sai se è una trascrizione ancestrale di albori arcaici o profezia di purificazione di un mondo anelato e magicamente descritto. In ogni caso, nell'opera di questa artista è emozionante viverci dentro godendone per intero il balsamo creativo.

Giancarlo Zaramella

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